Fattibilità e opportunità dell’immersione ricreativa e professionale e della esecuzione di esami medico-subacquei durante la Pandemia Coronavirus (COVID-19).
Il risultato delle rigide misure di prevenzione prese da quasi tutti i Paesi del mondo per combattere l’espandersi del virus SARS-CoV2 e della malattia COVID-19, ha provocato un significativo impatto sulla disponibilità di risorse sanitarie, non solo ospedaliere ma anche di primo soccorso e di trasporto medicalizzato di pazienti.
In generale, tutte le attività sportive sono sconsigliate, tranne quelle che possono essere svolte in solitudine o in gruppi molto limitati di persone, ma solo se è assicurata una sufficiente distanza fra le persone e sia evitata ogni condivisione di attrezzature sportive.
Durante l’immersione (ricreativa) non solo è impossibile assicurare il rispetto della distanza minima raccomandata di un metro (raccomandazioni OMS di prevenzione COVID-19), ma è anche impossibile garantire che gli apparati di respirazione non vengano condivisi (per esempio in caso di esaurimento aria). Anche l’uso di attrezzature noleggiate comporta rischio di trasmissione del virus.
Inoltre, poiché anche con una pianificazione prudente di tempi e profondità non è possibile escludere l’insorgenza di patologie da immersione, come barotraumi, malattia da decompressione, edema polmonare da immersione, (pre-)annegamento, fornire servizi di primo intervento ed evacuazione medica resta comunque obbligatorio per ogni tipo di immersione.
La possibilità di una pianificazione di emergenza di questo tipo può essere seriamente compromessa dalle circostanze attuali di (auto)isolamento e protezione personale, così come dalla scarsità di risorse mediche e paramediche.
Infine, la ridotta disponibilità dei centri iperbarici per il trattamento di incidenti da immersione rappresenta un significativo ostacolo per l’adeguato trattamento di simili patologie.
Pertanto la European Underwater and Baromedical Society (EUBS), di concerto con lo European Committee for Hyperbaric Medicine (ECHM), raccomanda:
Che tutte le attività subacquee ricreative, sia in solitudine che in coppia, siano sospese per la durata della Pandemia COVID-19.
Che tutti gli accertamenti medici per immersione ricreativa, considerati “non urgenti” e “non essenziali” dal punto di vista medico, siano posticipati. Le visite mediche impongono contatto ravvicinato fra il medico ed il subacqueo, incompatibile con le attuali raccomandazioni di distanziamento interpersonale. Le Organizzazioni Didattiche che richiedono visita medico subacquea dovrebbero considerare di emettere linee guida ad interim, per esempio prolungando la validità di certificazioni mediche correnti.
La continuazione di attività subacquee e di visite mediche per subacquei professionisti è responsabilità del Datore di Lavoro, dopo attenta analisi di rischio che valuti l’urgenza dell’attività stessa e la possibilità di garantire adeguata assistenza medica in caso di incidente o malattia da immersione. Questo può comportare che, in alcune zone, le attività subacquee debbano essere rimandate fino a quando una tale “garanzia di cura” non possa essere assicurata senza ricorso a strutture pubbliche.
In caso di dubbio è possibile contattare sia EUBS (www.eubs.org) che ECHM (www.ECHM.org). Raccomandazioni emesse in data 26 Marzo 2020.
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